images/Avogadro.jpg Il conte di Quaregna e Cerreto Filippo Avogadro (l'allora presidente del senato dello Stato sabaudo) avviò Lorenzo Romano Amedeo Carlo (nato il 9 agosto 1776 a Torino), sin da giovane ottimo studente, agli studi giuridici: questi conseguì a Torino la laurea in giurisprudenza nel 1795 e il titolo di dottore in legge ecclesiastica nel 1796. Solo successivamente egli, pur ricoprendo varie cariche pubbliche giuridico-amministrative, cominciò a dedicarsi allo studio delle predilette scienze fisiche e matematiche seguendo per alcuni anni i corsi del fisico A.M. Vassalli-Eandi (1761-1825).

Nel 1806 gli fu affidato l'incarico di ripetitore di fisica nel Regio Collegio delle province e nel 1809 quello di professore di filosofia positiva (matematica e fisica) nel Regio Collegio (liceo) di Vercelli (è durante questo periodo che si pensa abbia per la prima volta formulato l'ipotesi oggi chiamata Legge di Avogadro),

mentre nel 1819 fu nominato socio ordinario dell'Accademia delle Scienze di Torino e nel 1821 divenne socio dell'Accademia dei XL. Nel 1820 occupò, presso l'Università di Torino, la prima cattedra italiana di fisica sublime (fisica matematica).

Nonostante la sua attività politica sia sconosciuta quasi quanto la sua vita privata, certo è che per aver preso parte ai moti antimonarchici del '21 nel luglio 1822 venne sollevato dal suo incarico (ufficialmente l'università era «lieta di permettere a questo interessante scienziato di prendere una pausa di riposo dai pesanti doveri dell'insegnamento, in modo da essere in grado di dare una migliore attenzione alle sue ricerche»). Il suo isolamento venne però gradualmente ridotto per via dei cambiamenti della politica dei Savoia così dopo due anni che la cattedra era stata ripristinata (e affidata a A.L. Cauchy), nel 1834, grazie alla sua crescente fama, venne richiamato e mantenne l'incarico fino al 1850.

Occupò incarichi pubblici in statistica e metereologia, e come presidente della Commissione pesi e misure introdusse il sistema metrico decimale francese nel Regno di Sardegna e fu membro del Reale Concilio Superiore sulla Pubblica Istruzione.

Alla sua morte, il 9 luglio 1856 (lasciò otto figli che non proseguirono le sue ricerche) la sua teoria molecolare della materia non era ancora stata definitivamente accettata dalla comunità scientifica internazionale.

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